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TORRENTE MERULA - Mario Vassallo

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TORRENTE MERULA


IL TORRENTE MERULA

IL TORRENTE MERULA

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Il Torrente Merula ha sempre caratterizzato la sua valle con ripetuti e periodici straripamenti lungo il proprio corso, aiutato dalle irruente confluenze dei propri rii affluenti maggiori.
Le piene e le alluvioni hanno segnato nel tempo eventi oggetto di pericolo e ripetuti danni alle coltivazioni limitrofe agli argini ed ai vari insediamenti abitati, principalmente rurali, sorti oltre le sue sponde.
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Nelle vecchie generazioni, era tramandato il ricordo che, anticamente, in prossimità della borgata Rosseghina, ovvero l’attuale Piazza, esistesse soltanto il nucleo abitato dei “Calài”, su un penisolotto roccioso semicircondato dal torrente.
L’attuale sedime della borgata faceva parte dell’alveo ed era percorso dalle acque torrentizie tumultuose, fino a quando una enorme frana staccatasi dal “pöššu Cugnu” precipitò in direzione dell'attuale Piazza e verso Pian Rosso, colmando il letto del torrente, e di fatto deviandone il corso e formando terraferma.
Opere di terebrazione per la realizzazione di pozzi nei dintorni della borgata Piazza, anche in epoche recenti, hanno confermato che a determinate profondità costanti si rinviene sempre e soltanto uno strato di terra rossa, di origine argillosa, che copre sottostanti rinvenimenti di legno d'ulivo, ghiaia e sabbia di torrente.
Spingendosi a valutare le verifiche di lavori analoghi effettuati a livelli altimetrici inferiori e nelle zone territoriali limitrofe alla Strada Provinciale, si riscontrano ritrovamenti di terriccio e ghiaietto misti a sabbia fine.
Ciò è un elemento che testimonia quanto la borgata sia assoggettata a criticità sismiche ed il terremoto del 1887 lo ha dimostrato, poiché parte dei maggiori danni alle case ed i due decessi riscontrati sull’intero territorio comunale, furono proprio nei contesti edificati di Piazza e Pian Rosso.
Successivamente alla frana descritta in precedenza, ma anche in parte per gli eventi tellurici del 1887, il torrente avrebbe poi occupato la sede dell'attuale Strada Provinciale, provocando frequenti allagamenti ed inondazioni nelle zone pianeggianti limitrofe, inducendo gli abitanti a costruire e ricostruire le case sulle alture, o comunque in posizione sopraelevata rispetto all’alveo torrentizio.
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Restando ai tempi più moderni, l'alluvione del 28 maggio 1948, provocò ingenti danni, tra cui la compromissione della stabilità del ponte "di Stampino" o "di Nastasio", il quale venne operosamente recuperato con l'intervento dei contadini della zona, che ne curarono a proprie spese il recupero funzionale.
La successiva piena e fenomeno nuovamente alluvionale dell'autunno 1951, determinarono ancora una volta un importante danneggiamento dello stesso ponte, il quale, ritenuto ormai irrecuperabile, fu definitivamente eliminato contestualmente ai lavori di arginatura a partire dal 1958 da parte della ditta Siniscalchi.
Durante il periodo in cui si svolsero i lavori per la costruzione degli argini, il Merula creò ancora danni alluvionali, in occasione della piena del 2 marzo 1965 e soprattutto del 24 e 25 ottobre 1966, durante la quale danneggiò seriamente e demolì completamente alcuni tratti degli argini murari appena completati.
Seguirono in tempi più recenti gli eventi del 7 settembre 1995 e del 16 novembre 1996, durante i quali i maggiori danni si verificarono nella zona di Molino Nuovo e San Pietro, a causa della esondazione dei rii Domo, Metta e Negri.

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TORRENTE MERULA - PIENA DEL 24 NOVEMBRE 2019
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