MARINA DI ANDORA
SVILUPPO URBANISTICO - MARINA DI ANDORA
Fotografia per gentile concessione di Foto Naby Squarzoni - Andora




MARINA DI ANDORA
PINAMARE
IL PORTO
LA SPIAGGIA DEL PORTO
VIE DI COMUNICAZIONE
AUTOSTRADA DEI FIORI
VECCHIA FERROVIA
IL CAVALCAVIA
VIA AURELIA
STRADA DELLA CORNICE
VIA ANDREA DORIA
CUORE IMMACOLATO DI MARIA
VERGINE DELL'ACCOGLIENZA
PIANIFICAZIONE URBANISTICA
1967
1970
ALBERGO DELLA POSTA
VILLA LAURA
VILLA STEFANIA
VIA LIGURE COSTIERA
SVILUPPO URBANISTICO
MARINA DI ANDORA
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All’inizio dell’Ottocento, il nucleo edificato della borgata Marina si sviluppa alle spalle del Bastione, il quale è da oltre due secoli baluardo in posizione isolata ed avanzata rispetto a tutto il resto edificato limitrofo e si presenta di pianta circolare, senza alcun corpo di fabbrica aggiuntivo annesso (i corpi di fabbrica aggiunti in ampliamento al torrione originario, pervenuti sino ai giorni nostri, sono stati realizzati tra l’ultimo decennio dell’Ottocento ed il primo decennio del Novecento).

Riproduzione grafica vettorizzata secondo il Catasto Napoleonico:
in rosso - i fabbricati
in verde - corti e aie
in giallo - i percorsi stradali
in blu - canali e corsi d'acqua
@ Mario Vassallo - 2022
La strada litoranea (che diventerà l’Aurelia moderna), come del resto tutte le “strade”, è poco più di un sentiero, che costeggia il litorale.
Nella zona più a Levante ha ancora la percorrenza originaria, precedente alle variazioni tipiche apportate in fase di realizzazione dell’Aurelia moderna (1811-12 - Strada della Cornice) e delle modifiche apportate al promontorio di “Pinamare” a seguito degli interventi edificatori del Porto e dei primi insediamenti locali degli anni ’60 del Novecento (Rocce di Pinamare, Condominio San Martino).
Sulle pendici di Capo Mele non è presente il Faro (la cui costruzione risale alla metà dell’Ottocento – 1852/1856 e, quindi, successivo).
In zona “Orizzonte” sono presenti “batterie” (probabilmente strutture di guardia e di difesa militari, non meglio descritte e ricordate).
Proseguendo da Levante verso Ponente si incontra, a monte rispetto alla strada litoranea, una costruzione costiera che risale all’originario fabbricato noto come “Cà Russa” (Casa Rossa) e poi più nulla sino al Bastione.
In corrispondenza del Bastione, poco prima, la strada litoranea effettua una deviazione a triangolo intorno al Bastione stesso, passandogli dietro, in quanto lo stesso è edificato praticamente sull’arenile, andando a collegare le case della borgata Marina, per ritornare subito dopo parallela alla costa per un tratto.
In questo tratto la posizione è circa corrispondente all’attuale battigia, in quanto il tratto costiero risulterebbe più avanzato ed il mare più arretrato rispetto all’attuale andamento, con una differenza variabile tra circa metri 10 – 20.
[Questo particolare è dettagliatamente rilevabile dalle analisi territoriali effettuate a seguito del terremoto del 1887, a cui sono succedute, unitamente a fenomeni di sconvolgimento dei fondali sottomarini che hanno tra l’altro portato alla scomparsa dei banchi di corallo, marcate modificazioni della costa e delle quote altimetriche di alcune zone territoriali.
I resoconti storici dei fatti accaduti a seguito degli eventi tellurici di fine Ottocento testimoniano anche grandi eventi franosi sul litorale costiero roccioso alle pendici di Capo Mele, con conseguenti alterazioni marcate dello stato dei luoghi.]
Circa in corrispondenza della attuale via Andrea Doria, la strada litoranea arretrerebbe dal mare riavvicinandosi all’attuale posizione della via Aurelia e dividendosi in due tratti:
- uno di questi, risultando comunque sempre traslato più verso mare di una decina di metri (per l’attuale via Aurelia), arriva fino alle sponde del Merula e qui si interrompe, in quanto nella parte più verso mare, non esistono strade (nessuna traccia dell’attuale via Fontana);
- il secondo tratto, invece, circa in corrispondenza della attuale piazza Doria - via Usodimare, si addentra all’interno, fino circa all’altezza della attuale via Vasco de Gama, che ripercorre idealmente per giungere alla sponda del Torrente Merula; qui non vengono segnalati ponti di attraversamento dell’alveo, ma sulla sponda torrentizia opposta, in corrispondenza, in tracciato stradale segna un ideale proseguimento del percorso viario, in parallelo al mare all’altezza del Rio Binelli (attuale piazza Caduti di Nassiriya – ex piazza del mercato), andando a collegarsi con l’antica strada principale per l’entroterra, in un tratto parallelo alla via Carminati, ma posizionato oltre gli ex binari ferroviari, scendendo a via Fontana oltre l’ex passaggio a livello ferroviario e proseguendo verso Cervo in forma nuovamente litoranea.
L’attraversamento del Torrente Merula avviene senza poter identificare l’eventuale presenza e consistenza di un ponte in particolare (la costruzione del ponte “Aurelia” verso la foce del Torrente Merula fu oggetto di una “petizione” sostenuta dal Marchese Marco Maglioni nel 1878, con la quale indicava i disagi e i vantaggi che la costruzione di tale opera avrebbe potuto contribuire ad affrontare).
A parte la borgata della Marina e il Bastione, nel tratto costiero dove sorgerà quella che sarà “Villa Martinetto” e il Merula, esiste solo un fabbricato a monte rispetto alla strada litoranea, sulla sponda a Levante del rio Mezzacqua, che sarà conosciuto come "Cà Russa" (Casa Rossa) e poi più nulla sia a monte che a mare del percorso stradale stesso.
Come detto in precedenza non esiste il tratto di via Fontana (dal Torrente Merula all’attuale via Carminati); non esiste la Strada della Stazione (attuale via Carminati), almeno per il posizionamento che oggi gli possiamo attribuire, ma è presente solo un tratto che la richiama, sebbene “spostato” in sovrapposizione al tracciato che diventerà sede dei binari della vecchia ferrovia.
Non esistono i fabbricati dei cantieri navali e poi Colonia di Asti, non esiste il fabbricato della Pensione Mondovì (odierna Caserma dei Carabinieri), non esiste alcun fabbricato della odierna via Carminati, non esistono gli edifici dell’Albergo dei Poveri di Genova, non esiste l’Albergo della Posta o Albergo Savoia, non esiste la vecchia Stazione Ferroviaria e neanche la linea ferroviaria (arriveranno intorno al 1870).
Non esiste la Chiesa di Santa Matilde e il suo Seminario; non esistono Villa Stefania, Villa Fontana, Villa Garelli, Villa Martinetto, Villa Tibaldi, Villa Laura, l’acquedotto della Marina, la Chiesa dei Canonici Regolari Lateranensi dell’Immacolata (odierna Biblioteca Comunale).
Sono tutti campi.
Considerando la zona tra il mare (a Sud), l’ex tracciato ferroviario (ad Ovest), l’attuale zona del ponte ferroviario (a Nord) ed il versante collinare di Levante (ad Est), escludendo la borgata Marina e la borgata Mezzacqua (dove è presente la Chiesetta dell’Immacolata Concezione, indicata come però come Cappella della Croce), troviamo solo i seguenti fabbricati:
- Villa Tagliaferro (indicata con la dicitura di “mulino”, ovvero un “gumbo” alimentato a monte dall’ultimo tratto di derivazione della chilometrica intercomunale valliva “beŗa”), con una superficie ridotta di circa un terzo rispetto a quella attuale, in quanto mancherebbe il corpo di fabbrica più a Levante;
- l’oratorio dei Santi Cosma e Damiano;
- la “cà da Cianò”, una piccola antica costruzione isolata sulle pendici del poggio di San Damiano nel versante rivolto a Castello;
- due piccoli fabbricati, uno dei quali completamente scomparso e l’altro di cui restano attualmente solo alcune porzioni di rudere, nei dintorni boschivi dell’Oratorio dei Santi Cosma e Damiano;
- un piccolo fabbricato nell’odierna bassa area militare aeronautica;
- una piccola costruzione costiera, che si affaccia sulla strada litoranea (odierna via Aurelia a monte dell’area portuale), che risale all’originario fabbricato che ampliato diventerà Villa Martinetto;
- l’Oratorio di Sant’Antonio del Cavo, in corrispondenza della sommità del crinale di Capo Mele a confine con il Comune di Laigueglia, ubicazione del “Semaforo”, dove attualmente risiede la base radar aeronautica;
- la “Villa Musso” sulle pendici di Capo Mele, in corrispondenza del crinale di confine con Laigueglia (di cui si tramanda vi abbia soggiornato Napoleone durante uno dei suoi transiti sul territorio locale);
- la Cappella di San Lazzaro, ovvero Oratorio dei Santi Nazario e Celso (in secoli precedenti sede di un “lazzaretto” a cui si dovrebbe, secondo alcune fonti, il nome di San Lazzaro);
- il fabbricato originario della tenuta contadina dei Musso che costituirà Villa Rosetta, uno degli insediamenti rurali più importanti della piana andorese della Marina;
- il vecchio fabbricato che sarà di Lalìn Anselmo;
- un piccolo fabbricato dove sorgerà la proprietà Perato in quella che sarà la Strada Comunale di Mezzacqua (odierna via Rattalino - lato verso mare);
- il fabbricato che sarà la proprietà Caviglia (odierna via Rattalino - lato a monte);
- un fabbricato negli appezzamenti della località Binello (ma diverso da quelli che saranno la proprietà Ferrando);
- il fabbricato localmente conosciuto nel Novecento come “Cà Giànca” (che darà origine alla denominazione locale Cà Bianca, bruciato ai tempi della Prima Guerra Mondiale e in origine probabilmente sede di un “convento” di monache legate all’ordine del Priorato di San Martino);
- la parte più a ponente della “torretta” di Noceto (questo fabbricato era presumibilmente un frantoio/gumbo, in quanto collegato e affacciato su un ampio canale);
- un piccolo fabbricato, che nella prima metà del Novecento farà parte del gruppo di case distinte con la denominazione “dal Castellante” (scomparso nel secolo successivo con la realizzazione di piazza Andrea Doria);
- due piccoli fabbricati in corrispondenza del futuro fabbricato Torrengo (attuale angolo via Fontana – via Carminati);
- un grande fabbricato di forma planimetrica articolata (delle dimensioni circa dell’originaria “Villa Tagliaferro” già citata), posizionato in allineamento ai due edifici precedenti, con occupazione del sedime che sarà sede della futura linea ferroviaria.
Questo elenco riporta tutti i fabbricati presenti nel primo ventennio dell’Ottocento su una superficie di circa 8,5 chilometri quadrati di Andora, corrispondenti alla parte territoriale di attuale maggiore concentrazione edificata!!
La borgata Marina presenta un ingombro dell’abitato che ripete sostanzialmente una perimetrazione simile a quella rilevabile nel Catasto d’Impianto moderno (anni ’30 – ’50 del Novecento), sebbene la densità di fabbricati sia minore a causa della presenza di aree cortilizie che saranno successivamente edificate con porzioni di nuovi fabbricati e/o ampliamenti consistenti di quelli preesistenti.
Nella parte a Levante della borgata sono già presenti alcuni dei fabbricati che caratterizzeranno la tenuta residenziale del Marchese Marco Maglioni, ed in particolare quello che successivamente al marchesato diventerà il lussuoso Grand Hotel du Parc nei primi decenni del Novecento.
Fermiamoci un momento, per rendere l’idea in modo figurato ed ineccepibile, e proviamo a immaginare la seguente situazione.
Facciamo un paragone con l’Andora di oggi, considerando tutta la distesa di territorio con questi confini: a sud il cavalcavia della via Aurelia, a est l’argine destro del Torrente Merula, a ovest una linea passante per via del Poggio e parallela al Torrente Merula; prolunghiamo la delimitazione di questa striscia verso nord, verso Molino Nuovo.
Ebbene, nel primo ventennio dell’Ottocento, soltanto duecento anni fa, in tutta l’area come sopra descritta, partendo da quella che oggi sarebbe la via Aurelia, il primo fabbricato che avremmo incontrato sarebbe stato Villa Tagliaferro (oggi Palazzo Tagliaferro), mentre il secondo fabbricato che avremmo incontrato sarebbe stato il Gumbassu a San Giovanni: due soli fabbricati ad una distanza tra loro di oltre 2 chilometri e 100 metri!! Due soli fabbricati su 5 chilometri quadrati di Andora!!
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In questo periodo, la zona territoriale della Marina presenta una fitta rete molto articolata di canalizzazioni che caratterizzano le delimitazioni dei vari appezzamenti, spesso con sviluppo per l’intero perimetro degli stessi e con una diffusione molto estesa.
La particolarità è che tale presenza sarebbe concentrata nell’area territoriale oggi identificabile con due linee idealmente perpendicolari al mare e passanti circa per le attuali via san Lazzaro e via Piana del Merula, con un’estensione dal mare sino all’odierno ponte ferroviario.
In questa zona si rileva una “ragnatela” di canali, fossi, beudi, tra loro collegati e/o formanti vere e proprie ramificazioni, estese a coprire l’intera estensione dei campi presumibilmente coltivati, formando una rete di irrigazione a cielo libero che sfrutterebbe la naturale pendenza dei luoghi.
Una caratteristica che viene subito notata è la mancanza di indicazione in cartografia catastale ottocentesca di pozzi, o meglio essi sono indicati, ma sono pochissimi e sicuramente in numero e posizioni non adeguati e sufficienti a coprire il fabbisogno dell’estensione territoriale interessata, ai fini di uno sfruttamento per irrigazione.
Tale valutazione, considerando la morfologia del territorio, farebbe pensare alla presenza di sorgenti sul versante collinare di levante, necessarie all’approvvigionamento idrico utilizzato per scorrimento ai fini irrigui.
Volendo fare un paragone con tempi più recenti, in effetti la suddetta considerazione ricalcherebbe la situazione successiva al periodo napoleonico e risalente fino a circa cinquanta anni fa, quando i vari poderi, anche di proprietà diverse, erano tra loro uniti e dipendenti nelle coltivazioni dalle stesse fonti di approvvigionamento idrico (dei mini-consorzi stipulati o concordati verbalmente da patti tra privati), che prevedevano l’adduzione dell’utilizzo idrico con una portata principale per mezzo di tubazione e successiva irrigazione “a solco”, cioè modellando una rete di canali superficiali modificabili in base alle necessità e all’uso, che venivano “aperti” e “chiusi” con semplici “zappate di terra”.
Sicuramente nell’Ottocento non si ricorreva a vere e proprie tubazioni o condutture, ma il principio di sfruttamento delle risorse idriche e dell’utilizzo per gli scopi necessari può essere considerato equivalente con la forma del “canale aperto”.
Tale considerazione sarebbe confermata da ricordi di antica memoria, raccolti da Alma Anfosso durante le interviste e ricerche operate per la stesura del suo libro “Questa nostra Andora”, secondo i quali alcuni anziani preti locali che erano giunti ad Andora in tempi a noi lontani, ricordavano come la giornata all’aperto, trascorsa in quelli che erano i terreni appartenuti alla tenuta della Marina del Marchese Marco Maglioni e in tempi molto successivi all’Istituto Orfani di guerra di Cuneo, o semplicemente passeggiando tra orti e frutteti della piana della Marina, fosse caratterizzata dal continuo suono di ruscellamenti, innumerevoli zampillii e scrosci dovuti alla presenza ricca e diffusa in tutti i dintorni di canali e beudi in cui scorrevano le acque che alimentavano un unico grande sistema di irrigazione a cielo aperto.
Inoltre, dalle mappe catastali napoleoniche si può notare come i sentieri di accesso siano spesso paralleli e corrispondenti a tratti di tali canalizzazioni, in modo da ridurre il più possibile le tare improduttive.

Foto GoogleEarth
sovrapposizione grafica con riproduzione grafica vettorizzata dal Catasto Napoleonico
@ Mario Vassallo - 2022
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Nel 1531 l'abitato della Marina e del Castello furono distrutti dai Corsari turchi.
Circa venti anni più tardi, gli abitanti decisero di ricostruire l'abitato della Marina ed erigervi un torrione di difesa.
Dopo aver ottenuto il consenso di Genova i lavori iniziarono, ma presto vennero sospesi per mancanza di fondi, oltre alle contestazioni da parte degli altri abitati della valle, i quali non si ritenevano interessati dall'opera intrapresa.
Conseguentemente, l'abitato della Marina venne ricostruito con spese totalmente a carico di chi vi avrebbe risieduto e nella primavera del 1564 la Comunità di Andora decide di erigere un baluardo sulla spiaggia, a protezione dell'abitato ricostruito.
Il luogo fu presto deciso, ma sorsero gli inevitabili intoppi dettati dalle condizioni di compartecipazione economica (alla fine Laigueglia sarà estromessa).
La Comunità andoriana tentò di ottenere in ogni modo qualche contributo economico dalla Repubblica di Genova per tale impegnativa edificazione, ma il Senato ligure rifiutò ogni interesse, fornendo solo la propria approvazione all'iniziativa ed alleggerendo temporaneamente parte della pressione fiscale attuata.
Gli abitanti andoriani si trovarono così nel giro di pochi anni a sostenere, con le sole proprie forze, la ricostruzione di una loro borgata litoranea totalmente distrutta dalle azioni di pirateria turco-barbaresche e successivamente la struttura di difesa, per la quale ottennero, ad opere compiute, la "generosa" donazione da parte della Repubblica di due cannoni da posizionare in sommità del baluardo costiero: uniche armi pesanti per poter contrastare le scorribande e gli assalti delle navi pirata che saltuariamente si affacciano sullo specchio marino del golfo.
[I due cannoni saranno dismessi e fusi nel 1754, dopo lungo inutilizzo, per dare origine alla campana che verrà issata sulla Porta-Torre campanaria del Castello di Andora, a fianco alla Chiesa di Santi Giacomo e Filippo].
Il torrione venne edificato a pianta circolare, con un diametro di base di poco più di 10 metri, alto quasi 9 metri, con i muri spessi alla base poco meno di 2 metri.
Fu utilizzato come carcere e da postazione antisbarco, con guardia ogni notte e dotato di un pezzo di artiglieria di bronzo lungo 2,5 mezzo, del peso di oltre di una tonnellata.
In tempi successivi, alla originaria costruzione furono addossati vari corpi di fabbrica, che nel tempo assunsero varie destinazioni, sino alle attuali residenziali e commerciali.
Negli anni '90 del Novecento fu interessato dall'ultimo intervento di ristrutturazione, che lo ha recuperato nelle odierne caratteristiche.
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Il solco, "surcu", in terra che veniva usato per l'irrigazione era tracciato a mano usando una zappa a pala piegata di 90° rispetto al manico: "a sappa da surchi " o "sappa larga" o "sappa cianèlla".
Per deviare l'acqua da un solco all'altro con la stessa zappa si chiudeva con la terra il solco pieno in modo che l'acqua entrasse nel successivo.
Questa operazione si chiamava "giò u surcu" (letteralmente “girare il solco”).
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L'acqua veniva prelevata dal pozzo mediante un sistema meccanico di sollevamento chiamato "nóia" (nória) e veniva azionata da un cavallo o mulo, indossante dei paraocchi, che legato ad una barra ruotava attorno a pozzo azionando così il meccanismo di sollevamento.
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Nella seconda metà dell’Ottocento, il territorio litoraneo e della Marina è interessato da variazioni territoriali che ne modificano anche il futuro assetto insediativo, economico e sociale: viene realizzato il Faro di Capo Mele ad opera del Genio Civile di Genova (1852-1856), aperta la linea ferroviaria Genova – Ventimiglia (1872 e la costruzione della Stazione permetterà la creazione e lo sviluppo edificatorio delle limitrofe case in linea che andranno a costituire il cuore commerciale dell’inizio del Novecento, con la formazione delle due importanti via Fontana e Strada della Stazione).
Verso la fine del secolo (il 23 febbraio 1887), un terremoto colpirà anche il territorio andorese, danneggiando in alcuni casi il tessuto edificato ed apportando importanti trasformazioni territoriali come lo spostamento di alcuni tratti dell’alveo del Torrente Merula, la riduzione dell’arenile a causa di un avanzamento del fronte marino e la modifica di alcuni tratti delle scarpate rocciose costiere.
I successivi interventi di ricostruzione e rinnovo di alcuni degli edifici colpiti dal sisma, porteranno alla nascita di alcuni degli insediamenti a cavallo dell’inizio del Novecento, che segneranno la storia locale per i decenni successivi e sino ai giorni nostri.
E’ in questo periodo che sorgono le “case” attaccate al Bastione, l’Albergo della Posta o Albergo Savoia, gli edifici che saranno l’Albergo dei Poveri di Genova, la vecchia Stazione ferroviaria, la Chiesa dei Canonici Regolari Lateranensi dell’Immacolata vicino a Villa Tagliaferro, il ponte alla foce del Merula (sull’Aurelia), l’acquedotto della Marina.
La conclusione del secolo XIX e l’arrivo di quello successivo imbastiscono una trasformazione territoriale fatta dall’intensificarsi degli insediamenti edificati, i quali infittendosi andranno ad irretire varie località ancora distinte attivamente con una propria denominazione, ma sempre più tendenti ad essere assorbite del tessuto che allargherà progressivamente i confini della Marina, intesa come originaria borgata, e trasformandola concettualmente e di fatto in quella che sarà una maggiormente estesa “Andora Marina” o “Marina di Andora”, andando a riperimetrarsi tra i due crinali collinari, dal mare fino alla linea ferroviaria a monte.
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La parte iniziale del Novecento, sino al periodo marchiato dai due conflitti mondiali, è il periodo che vede Andora economicamente interessata dall’avvento dei cantieri navali, che operano sul litorale costiero, inizialmente a Levante della foce del Torrente Merula per poi espandersi anche a Ponente della foce stessa, poco prima di cessare totalmente l’attività.
Sono proprio i cantieri navali che portano alla costruzione di imponenti fabbricati che saranno sede di una delle Colonie Marine andoresi (Colonia di Asti a Levante del Merula e Colonia I.N.A.M. a Ponente del Merula), mentre le altre andranno a sfruttare edifici un tempo usati quali insediamenti religiosi (Colonia di Milano nel complesso di Villa Tagliaferro) e quelle che furono le proprietà di residenza del Marchese Marco Maglioni e poi Grand Hotel du Parc (successivamente Istituto Orfani di Guerra di Cuneo).
Vengono realizzati edifici che entreranno a fare parte della storia delle origini edificatorie andoresi: la Chiesa di Santa Matilde e l’annesso Seminario (realizzati con una donazione del Marchese Giuseppe Maglioni in memoria della propria moglie Matilde), Villa Tibaldi, Villa Fontana, Villa Laura, Villa Garelli, Villa Stefania (ex residenza del Marchese Giuseppe Maglioni e dedicata alla propria figlia Stefania, morta in giovane età).
In questo periodo (1928-1939) avviene l’elettrificazione della linea ferroviaria, che apporta significativi miglioramenti al percorso vero la modernizzazione e gradualmente si forma e cresce il nucleo insediato della Pigna – Stazione che caratterizzerà il cuore commerciale andorese nei successivi decenni.
Nascono attività commerciali che segneranno epoche diverse: elettrodomestici Anfosso, bar – tabaccheria Torrengo, calzature Risso, Locanda degli Amici, Locanda/Trattoria Cacciatori.
Infine, poco prima della Seconda Guerra Mondiale (1940) viene progettata la realizzazione della variante alla via Nazionale “Aurelia" con la creazione del cavalcavia, il quale permetterà di evitare l’attraversamento in percorrenza della linea ferroviaria.

Estratto di Mappa Catastale d'impianto - Agenzia delle Entrate
sovrapposizione grafica con riproduzione grafica vettorizzata dal Catasto Napoleonico
@ Mario Vassallo - 2022
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In queste foto del 1927, a Sud del Tempietto si nota una casa a pian terreno nella quale abitò, dal 1913 al 1923, Gerolamo Pastorino (nonno di Emanuele "Nello" Giusto e dove vi nacque la mamma Lina nel 1918). Tra pochi anni sarà realizzata Villa Laura, costruita da un'impresa torinese. Negli anni '30 il guardiano della villa era Berto Delessert (con la moglie Chaillet ed entrambi di origini svizzere), deceduto ad Andora nel 1952. Sua figlia Elena sposò Giacomo "Min" Giusto, proprietario del campeggio Meerblick davanti al porto, dove morì nel 1958.
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LA MARINA DI ANDORA NEL SECONDO DOPOGUERRA

Mappa realizzata da Mario Vassallo
con indicazioni e ricordi di
Berto Vassallo
con indicazioni e ricordi di
Berto Vassallo
MAPPA STORICA DELLA MARINA DI ANDORA
Mappa realizzata da Mario Vassallo
con indicazioni e ricordi di
Berto Vassallo
con indicazioni e ricordi di
Berto Vassallo


I FABBRICATI ANDORESI

CHIESA DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
Rielaborazioni grafiche su gentile concessione Comune di Andora


1) Villa Tagliaferro
2) Casa Angelo Trevia
3) Ca’ “du Lalìn”
4) Villa Rosetta
5) Ca’ di Ravera
6) Ca’ di Ferrando
7) Ca’ “du Ciàn de scàie” - Vassallo
8) Case della Rocca di Mezzacqua
2) Casa Angelo Trevia
3) Ca’ “du Lalìn”
4) Villa Rosetta
5) Ca’ di Ravera
6) Ca’ di Ferrando
7) Ca’ “du Ciàn de scàie” - Vassallo
8) Case della Rocca di Mezzacqua


1) Apertura di uscita della Dia
2) Muro lato a monte dell’Aurelia
3) Muro di protezione dei campi coltivati della Marina
4) Case a monte della Marina
5) Case a Levante della Marina
6) Edificio della Colonia di Cuneo
2) Muro lato a monte dell’Aurelia
3) Muro di protezione dei campi coltivati della Marina
4) Case a monte della Marina
5) Case a Levante della Marina
6) Edificio della Colonia di Cuneo


1) Ca’ di Perato – Caviglia
2) Ca’ nuova di Luzzati
3) Ca’ vecchia di Luzzati
4) Ca’ di Meneghìn Giusto
2) Ca’ nuova di Luzzati
3) Ca’ vecchia di Luzzati
4) Ca’ di Meneghìn Giusto


1) Ponte dei Prevètti
2) Ca’ di Angelo Ghiglione
3) Ca’ di Angelo Trevia
4) Ca’ “du Bagnàu” Denegri
5) Ca’ nuova “du Lalìn”
6) Ca’ vecchia “du Lalìn”
7) Case della Marina
8) Il Bastione
9) Locanda “de Biunde”
10) Ca’ di Cechinìn Canepa
2) Ca’ di Angelo Ghiglione
3) Ca’ di Angelo Trevia
4) Ca’ “du Bagnàu” Denegri
5) Ca’ nuova “du Lalìn”
6) Ca’ vecchia “du Lalìn”
7) Case della Marina
8) Il Bastione
9) Locanda “de Biunde”
10) Ca’ di Cechinìn Canepa


1) Ca’ di Olinto Guardone
2) Ca’ di Maurina Salvo
3) La Stazione ferroviaria
4) Locanda della Stazione – Perazzi
5) Ca’ di Giovanni Guardone
6) Chiesa e Seminario di Santa Matilde
7) Case della Stazione – Natalìn Gagliolo
8) Caserma dei Carabinieri
9) Ca’ di Trevia
10) Ca’ di Codino
11) Ca’ di Crivelli
12) Ca’ di Angelo Guardone
13) Ca’ di Codino
14) Ca’ di Angelo “pastau da Magnèra”
15) Torretta di Noceto
16) Ca’ du Merlu
17) Ponte della Ferrovia
18) Ca’ di Mimmo della Siberia
19) Ca’ e segheria di Giacumìn Mattiauda
20) Castello
2) Ca’ di Maurina Salvo
3) La Stazione ferroviaria
4) Locanda della Stazione – Perazzi
5) Ca’ di Giovanni Guardone
6) Chiesa e Seminario di Santa Matilde
7) Case della Stazione – Natalìn Gagliolo
8) Caserma dei Carabinieri
9) Ca’ di Trevia
10) Ca’ di Codino
11) Ca’ di Crivelli
12) Ca’ di Angelo Guardone
13) Ca’ di Codino
14) Ca’ di Angelo “pastau da Magnèra”
15) Torretta di Noceto
16) Ca’ du Merlu
17) Ponte della Ferrovia
18) Ca’ di Mimmo della Siberia
19) Ca’ e segheria di Giacumìn Mattiauda
20) Castello


1) Ca’ di Culìn Saettone
2) Villa Laura
3) Il Bastione
4) Ca’ di Dria Caviglia
5) Colonia di Asti / cantiere navale
6) Cantiere navale
7) Ca’ “du Scimunìn”
2) Villa Laura
3) Il Bastione
4) Ca’ di Dria Caviglia
5) Colonia di Asti / cantiere navale
6) Cantiere navale
7) Ca’ “du Scimunìn”


1) Acquedotto del Marchese (acquedotto della Marina)
2) Villa Laura
3) Edificio della Colonia di Cuneo
4) Colonia di Asti
5) Trattoria “Cacciatori” – “Noru Marchiano”
6) Cantiere Navale (poi Sacra Famiglia)
7) Colonia dei Poveri o Colonia Brignole
8) Villa Tagliaferro
9) Il Bastione
10) Rollo
2) Villa Laura
3) Edificio della Colonia di Cuneo
4) Colonia di Asti
5) Trattoria “Cacciatori” – “Noru Marchiano”
6) Cantiere Navale (poi Sacra Famiglia)
7) Colonia dei Poveri o Colonia Brignole
8) Villa Tagliaferro
9) Il Bastione
10) Rollo


1) Colonia dei Poveri o Colonia Brignole
2) Albergo della Posta
3) Casello della Pigna
4) Ca’ di Culètta Mamberto
5) Ca’ di Torrengo
6) Ca’ di Bina Piccardo
7) Forno di Giorgio Gazzano
8) Chiesetta dei Frati
9) Albergo Milano
10) Villa Tagliaferro
11) Ca’ di Chìn Ordano
12) Ca’ e officina carradori Giusta
13) Cantiere navale (poi Sacra Famiglia)
14) Binari della Ferrovia
2) Albergo della Posta
3) Casello della Pigna
4) Ca’ di Culètta Mamberto
5) Ca’ di Torrengo
6) Ca’ di Bina Piccardo
7) Forno di Giorgio Gazzano
8) Chiesetta dei Frati
9) Albergo Milano
10) Villa Tagliaferro
11) Ca’ di Chìn Ordano
12) Ca’ e officina carradori Giusta
13) Cantiere navale (poi Sacra Famiglia)
14) Binari della Ferrovia


1) Muro di protezione dei campi coltivati della Marina
2) Ca’ di Meneghìn Caviglia
3) Ca’ “du Xenèixe”
4) Ca’ di Corio
5) Ca’ di Tofarelli
6) Ca’ di “Pipìn u sartu” Denegri
7) Ca’ di Irma Caviglia
2) Ca’ di Meneghìn Caviglia
3) Ca’ “du Xenèixe”
4) Ca’ di Corio
5) Ca’ di Tofarelli
6) Ca’ di “Pipìn u sartu” Denegri
7) Ca’ di Irma Caviglia


1) Muro di protezione dei campi coltivati della Marina
2) Ca’ di Giuseppe Pastorino
3) Edificio della Colonia di Cuneo
4) Ca’ di Luigia Marengo
5) Ca’ di Culìnettu Giulla
6) Mulino a vento
7) Mulino a vento
2) Ca’ di Giuseppe Pastorino
3) Edificio della Colonia di Cuneo
4) Ca’ di Luigia Marengo
5) Ca’ di Culìnettu Giulla
6) Mulino a vento
7) Mulino a vento


1) La Stazione ferroviaria
2) La Locanda della Stazione – Perazzi
3) Magazzino della Stazione
4) Ca’ di Angelo Ghiglione
5) Torretta di Noceto
6) Castello
2) La Locanda della Stazione – Perazzi
3) Magazzino della Stazione
4) Ca’ di Angelo Ghiglione
5) Torretta di Noceto
6) Castello


1) Canneto sull’Aurelia
2) Locanda “de Biunde”
3) Il Bastione
4) Portale di ingresso al Parco della Colonia di Cuneo
2) Locanda “de Biunde”
3) Il Bastione
4) Portale di ingresso al Parco della Colonia di Cuneo


1) Apertura di uscita della Dia
2) Muro di protezione dei campi coltivati della Marina, parzialmente diroccato
3) Muro lato a monte dell’Aurelia
4) Il Bastione
5) Locanda “de Biunde”
6) Ca’ di Culìnettu Giulla
7) Ca’ di Luigia Marengo
8) Edificio della Colonia di Cuneo
9) Ca’ di Giuseppe Pastorino
2) Muro di protezione dei campi coltivati della Marina, parzialmente diroccato
3) Muro lato a monte dell’Aurelia
4) Il Bastione
5) Locanda “de Biunde”
6) Ca’ di Culìnettu Giulla
7) Ca’ di Luigia Marengo
8) Edificio della Colonia di Cuneo
9) Ca’ di Giuseppe Pastorino


1) Ca’ di Maurina Salvo
2) Ca’ di Mario Aicardi (“Mario du Segretàiu”)
3) La Locanda della Stazione – Perazzi
4) Dott. Caviglia
5) Vigo
6) Torrente Merula
7) Ca’ di Giuseppe “Balilla” Denegri
8) Ca’ di Angelo Trevia
2) Ca’ di Mario Aicardi (“Mario du Segretàiu”)
3) La Locanda della Stazione – Perazzi
4) Dott. Caviglia
5) Vigo
6) Torrente Merula
7) Ca’ di Giuseppe “Balilla” Denegri
8) Ca’ di Angelo Trevia


1) La “Ca’ russa”
2) Ca’ di Culìn Saettone
3) Il Bastione
4) Colonia di Asti
5) Colonia dei Poveri o Colonia Brignole
6) Ca’ “du Scimunìn”
2) Ca’ di Culìn Saettone
3) Il Bastione
4) Colonia di Asti
5) Colonia dei Poveri o Colonia Brignole
6) Ca’ “du Scimunìn”


1) La “Ca’ russa”
2) Ca’ di Culìn Saettone
3) Villa Laura
4) Ca’ Pastorino – Mordeglia ed edificio della Colonia di Cuneo
5) Locanda “de Biunde”
6) Il Bastione
7) Colonia di Asti
8) Albergo della Posta
9) Colonia dei Poveri o Colonia Brignole
10) Ca’ “du Scimunìn”
11) Rollo
2) Ca’ di Culìn Saettone
3) Villa Laura
4) Ca’ Pastorino – Mordeglia ed edificio della Colonia di Cuneo
5) Locanda “de Biunde”
6) Il Bastione
7) Colonia di Asti
8) Albergo della Posta
9) Colonia dei Poveri o Colonia Brignole
10) Ca’ “du Scimunìn”
11) Rollo


1) Ca’ di Maurina Salvo
2) La Locanda della Stazione – Perazzi
3) La Stazione Ferroviaria
4) Case della Stazione – Natalìn Gagliolo
5) Ca’ di Lorenzo Vallarino
6) Case di Moreno
7) Villa Gaggero
8) Villa Tagliaferro
9) Cantiere navale
10) Colonia di Asti
2) La Locanda della Stazione – Perazzi
3) La Stazione Ferroviaria
4) Case della Stazione – Natalìn Gagliolo
5) Ca’ di Lorenzo Vallarino
6) Case di Moreno
7) Villa Gaggero
8) Villa Tagliaferro
9) Cantiere navale
10) Colonia di Asti


1) Colonia dei Poveri o Colonia Brignole
2) Ca’ di Torrengo
3) Ca’ di Culètta Mamberto
4) Forno di Giorgio Gazzano
5) Ca’ di Bina Piccardo
6) Albergo Milano
7) Ca’ e officina carradori Giusta
8) Ca’ di Chìn Ordano
9) Chiesetta dei Frati
10) Villa Tagliaferro
11) Ca’ di Lilìa Vaghi
2) Ca’ di Torrengo
3) Ca’ di Culètta Mamberto
4) Forno di Giorgio Gazzano
5) Ca’ di Bina Piccardo
6) Albergo Milano
7) Ca’ e officina carradori Giusta
8) Ca’ di Chìn Ordano
9) Chiesetta dei Frati
10) Villa Tagliaferro
11) Ca’ di Lilìa Vaghi


1) Ca’ di Culìn Saettone
2) Portale di accesso al Parco della Colonia di Cuneo
3) Il Bastione
4) Colonia di Asti
5) Spiaggia – rimessa dei pescatori
2) Portale di accesso al Parco della Colonia di Cuneo
3) Il Bastione
4) Colonia di Asti
5) Spiaggia – rimessa dei pescatori


1) La Stazione Ferroviaria
2) Ca’ di Maurina Salvo
3) Ca’ della maestra Siffredi
4) Ca’ e segheria di Giacumìn Mattiauda
5) Ca’ di Olinto Guardone
6) Castello
7) Ca’ di Mimmo della Siberia
8) La Locanda della Stazione - Perazzi
2) Ca’ di Maurina Salvo
3) Ca’ della maestra Siffredi
4) Ca’ e segheria di Giacumìn Mattiauda
5) Ca’ di Olinto Guardone
6) Castello
7) Ca’ di Mimmo della Siberia
8) La Locanda della Stazione - Perazzi


1) Villa Momigliano
2) Acquedotto del Marchese (acquedotto della Marina)
3) Edificio della Colonia di Cuneo
4) Case della Marina
5) Locanda “de Biunde”
6) Trattoria “Cacciatori” – Noru Marchiano
7) Colonia di Asti
8) Case Pastorino – Mordeglia – Lorenzo “Baletta” Calcagno
2) Acquedotto del Marchese (acquedotto della Marina)
3) Edificio della Colonia di Cuneo
4) Case della Marina
5) Locanda “de Biunde”
6) Trattoria “Cacciatori” – Noru Marchiano
7) Colonia di Asti
8) Case Pastorino – Mordeglia – Lorenzo “Baletta” Calcagno


1) La “Ca’ russa”
2) Ca’ di Culìn Saettone
3) Il Bastione
4) Ca’ di Luigia Marengo
5) Villa Laura
6) Edificio della Colonia di Cuneo
7) Sant’Ambrogio
2) Ca’ di Culìn Saettone
3) Il Bastione
4) Ca’ di Luigia Marengo
5) Villa Laura
6) Edificio della Colonia di Cuneo
7) Sant’Ambrogio


1) Ca’ di Culìn Saettone
2) Tempietto ed ex case dei manenti del Marchese Marco Maglioni
3) Il Bastione
4) Acquedotto del Marchese (acquedotto della Marina)
5) Edificio della Colonia di Cuneo
6) Colonia di Asti
7) Trattoria “Cacciatori” – Noru Marchiano
8) Ponte dell’Aurelia
9) Colonia dei Poveri o Colonia Brignole
10) Ca’ “du Scimunìn”
11) Rollo
12) Spiaggia – rimessa dei pescatori
2) Tempietto ed ex case dei manenti del Marchese Marco Maglioni
3) Il Bastione
4) Acquedotto del Marchese (acquedotto della Marina)
5) Edificio della Colonia di Cuneo
6) Colonia di Asti
7) Trattoria “Cacciatori” – Noru Marchiano
8) Ponte dell’Aurelia
9) Colonia dei Poveri o Colonia Brignole
10) Ca’ “du Scimunìn”
11) Rollo
12) Spiaggia – rimessa dei pescatori


1) Villa Laura
2) Il Bastione
3) Colonia di Asti – Cantiere navale
4) Cantiere navale
5) Ca’ “du Scimunìn”
2) Il Bastione
3) Colonia di Asti – Cantiere navale
4) Cantiere navale
5) Ca’ “du Scimunìn”


1) La “Ca’ russa”
2) Ca’ di Culìn Saettone
3) Il Bastione
4) Colonia di Asti
5) Colonia dei Poveri o Colonia Brignole
6) Ca’ “du Scimunìn”
2) Ca’ di Culìn Saettone
3) Il Bastione
4) Colonia di Asti
5) Colonia dei Poveri o Colonia Brignole
6) Ca’ “du Scimunìn”


1) Ca’ di Culìn Saettone
2) Tempietto ed ex case dei manenti del Marchese Marco Maglioni
3) Case Pastorino – Mordeglia – Lorenzo “Baletta” Calcagno
4) Edificio della Colonia di Cuneo
5) Il Bastione
6) Colonia di Asti
7) Ca’ “du Scimunìn”
8) Colonia dei Poveri o Colonia Brignole
9) Albergo della Posta
10) Albergo Milano
11) Chiesetta dei Frati
12) Villa Tagliaferro
13) Capellina di Rollo
14) Rollo
15) Case della Marina
16) Trattoria “Cacciatori” – Noru Marchiano
17) Ponte dell’Aurelia
18) Spiaggia – rimessa dei pescatori
2) Tempietto ed ex case dei manenti del Marchese Marco Maglioni
3) Case Pastorino – Mordeglia – Lorenzo “Baletta” Calcagno
4) Edificio della Colonia di Cuneo
5) Il Bastione
6) Colonia di Asti
7) Ca’ “du Scimunìn”
8) Colonia dei Poveri o Colonia Brignole
9) Albergo della Posta
10) Albergo Milano
11) Chiesetta dei Frati
12) Villa Tagliaferro
13) Capellina di Rollo
14) Rollo
15) Case della Marina
16) Trattoria “Cacciatori” – Noru Marchiano
17) Ponte dell’Aurelia
18) Spiaggia – rimessa dei pescatori

1) “Cà de Ciumè” - proprietà Umberto ROSSI, ex Bartolomeo ROSSI (in seguito “a cà du segretöiu” - AITOLLO)
2) BATTUELLO
3) “Cà Giànca” o “Cà de Rusci” - Umberto ROSSI
4) VOLONTE’
5) “Cà bruxiö” (casa bruciata) - proprietà ROSSI poi PIOVANO
6) “Cà di tedeschi” - poi MAMBERTO
7) CORREGGIA
8) ZANIRATO
9) GURLINO
10) MAGNESSI
11) BIANCO
12) LOVATTI
13) MARTINES
14) RUBIOLA
15) “Cà du Tognu” - Nino FERRANDO
16) Angelo “Lino” FERRANDO
17) “Cà du Delio u pittù” - Delio VERNAZZANO
18) “Cà du Ganciu” - Alfredo ARMATO
19) “Cà du Ciàn de scàie” - prima Mario e poi Berto VASSALLO
20) “Cà de Luènsu” o “cà da cruxea” - proprietà RAVERA abitata da Lorenzo VALLARINO
21) “noia” proprietà Bertumè CAVIGLIA
22) “baracca” MORDEGLIA
23) “a ciexia du Chicottu”
24) luogo dove si sparava alle allodole “scatarui”
25) Gianni STALLA
26) Assunta CAVIGLIA (suocera di Marino VEZZARO)
27) RAMELLA
28) MARCHIANO - UNIA
29) Sergio TORRENGO
30) PREVE - FINOTTO
31) FAVARON
32) MELOTTO
33) Remigio DEMICHELIS
34) VILLA TEBALDI
35) LUZZATI
36) LUZZATI - BASSANI
37) LUZZATI Fausto
38) “Cà du Trentino” - proprietà LUZZATI utilizzata da Trentino BELENDA
39) “e sère du Mèneghìn” - serre di Domenico GIUSTI
40) Mèneghìn e Pìn GIUSTI
41) “Cà du Fede” - Felice PASTORINO
42) “Cà de Giuseppe du cantunè” - Giuseppe PASTORINO
43) Vanna DENEGRI
44) “uxellea” - poi “Cà da Rinetta” - Rinetta CAVIGLIA
45) OLETTI poi TESSITORE - SICCARDI e Bruno CORIO
46) Pozzo DRIA - Meneghìn CAVIGLIA
47) Motore acquedotto DRIA - Cecchìn CAVIGLIA
N.B.: Oggi, la vecchia Strada Comunale Mezzacqua corrisponde a:
via Rattalino, per il tratto tra il Merula e la vecchia “Strada du Beùn” (via San Lazzaro attuale);
via C. Colombo, per il tratto tra la “Strada da Braia” (via San Damiano attuale) e il percorso del Rio Mezzacqua (via Mazzini attuale);
rotonda alberata nel tratto compreso tra “Strada du Beùn” (via San Lazzaro attuale) e “Strada da Braia” (via San Damiano attuale)
2) BATTUELLO
3) “Cà Giànca” o “Cà de Rusci” - Umberto ROSSI
4) VOLONTE’
5) “Cà bruxiö” (casa bruciata) - proprietà ROSSI poi PIOVANO
6) “Cà di tedeschi” - poi MAMBERTO
7) CORREGGIA
8) ZANIRATO
9) GURLINO
10) MAGNESSI
11) BIANCO
12) LOVATTI
13) MARTINES
14) RUBIOLA
15) “Cà du Tognu” - Nino FERRANDO
16) Angelo “Lino” FERRANDO
17) “Cà du Delio u pittù” - Delio VERNAZZANO
18) “Cà du Ganciu” - Alfredo ARMATO
19) “Cà du Ciàn de scàie” - prima Mario e poi Berto VASSALLO
20) “Cà de Luènsu” o “cà da cruxea” - proprietà RAVERA abitata da Lorenzo VALLARINO
21) “noia” proprietà Bertumè CAVIGLIA
22) “baracca” MORDEGLIA
23) “a ciexia du Chicottu”
24) luogo dove si sparava alle allodole “scatarui”
25) Gianni STALLA
26) Assunta CAVIGLIA (suocera di Marino VEZZARO)
27) RAMELLA
28) MARCHIANO - UNIA
29) Sergio TORRENGO
30) PREVE - FINOTTO
31) FAVARON
32) MELOTTO
33) Remigio DEMICHELIS
34) VILLA TEBALDI
35) LUZZATI
36) LUZZATI - BASSANI
37) LUZZATI Fausto
38) “Cà du Trentino” - proprietà LUZZATI utilizzata da Trentino BELENDA
39) “e sère du Mèneghìn” - serre di Domenico GIUSTI
40) Mèneghìn e Pìn GIUSTI
41) “Cà du Fede” - Felice PASTORINO
42) “Cà de Giuseppe du cantunè” - Giuseppe PASTORINO
43) Vanna DENEGRI
44) “uxellea” - poi “Cà da Rinetta” - Rinetta CAVIGLIA
45) OLETTI poi TESSITORE - SICCARDI e Bruno CORIO
46) Pozzo DRIA - Meneghìn CAVIGLIA
47) Motore acquedotto DRIA - Cecchìn CAVIGLIA
N.B.: Oggi, la vecchia Strada Comunale Mezzacqua corrisponde a:
via Rattalino, per il tratto tra il Merula e la vecchia “Strada du Beùn” (via San Lazzaro attuale);
via C. Colombo, per il tratto tra la “Strada da Braia” (via San Damiano attuale) e il percorso del Rio Mezzacqua (via Mazzini attuale);
rotonda alberata nel tratto compreso tra “Strada du Beùn” (via San Lazzaro attuale) e “Strada da Braia” (via San Damiano attuale)

1) COLONIA DEI POVERI
2) CAPPELLINA
3) ALBERGO “TRIESTE”
4) Casa COLOMBO
5) Fabbricati Culètta MAMBERTO
6) “Cà du Chìn” - Francesco ORDANO
7) COLONIA DI MILANO
8) ALBERGO “LILIANA”
9) Infermeria della COLONIA DI MILANO
10) Fabbricati MORENO
11) Cabina ENEL
12) “Cà da Lìlia” - Maddalena VAGHI
13) BOFFREDO
14) GAGGERO
15) VALLARINO
16) CODINO
17) “Cà du Cecè” - parente di Ciumè ROSSI
18) Giorgio TREVIA
19) Carletto VEGLIO
20) Culìn SAETTONE
21) “Cà de Riccardu”
22) Chiesa “CUORE IMMACOLATO DI MARIA” - in costruzione
23) Salone parrocchiale
24) GIUSTA (carradori)
25) Gianni STALLA
26) “Sère du Meneghìn” - serre di Meneghìn GIUSTI
27) LUZZATI - BASSANI
28) LUZZATI
29) “Cà du Fede” - Felice PASTORINO
30) Assunta CAVIGLIA (suocera di Marino VEZZARO)
31) Cabina ENEL
32) “uxellea” - poi “Cà da Rinetta” - Rinetta CAVIGLIA
33) “Cà de Giuseppe du cantunè” - Giuseppe PASTORINO
34) “Cà du Ricu” - Ricu MORDEGLIA
35) Vanna DENEGRI
36) “Ciaśśetta” - Piazzetta Santa Rita e Bastione
37) “Cà da Girda” - Ermenegilda PERATO
38) Guido MORDEGLIA
39) “Cà de Giömmu” - Giovanni PASTORINO
40) PENSIONE “NELLO”
41) LOCANDA “AMICI”
42) Cichinìn CANEPA
43) COLONIA DI ASTI
44) COLONIA DI ASTI
45) TRATTORIA “CACCIATORI” - “Noru”
46) ROLLO
47) “Cà du bagnau” - Case DENEGRI
48) ALBERGO “MILANO” - oggi caserma dei Carabinieri
2) CAPPELLINA
3) ALBERGO “TRIESTE”
4) Casa COLOMBO
5) Fabbricati Culètta MAMBERTO
6) “Cà du Chìn” - Francesco ORDANO
7) COLONIA DI MILANO
8) ALBERGO “LILIANA”
9) Infermeria della COLONIA DI MILANO
10) Fabbricati MORENO
11) Cabina ENEL
12) “Cà da Lìlia” - Maddalena VAGHI
13) BOFFREDO
14) GAGGERO
15) VALLARINO
16) CODINO
17) “Cà du Cecè” - parente di Ciumè ROSSI
18) Giorgio TREVIA
19) Carletto VEGLIO
20) Culìn SAETTONE
21) “Cà de Riccardu”
22) Chiesa “CUORE IMMACOLATO DI MARIA” - in costruzione
23) Salone parrocchiale
24) GIUSTA (carradori)
25) Gianni STALLA
26) “Sère du Meneghìn” - serre di Meneghìn GIUSTI
27) LUZZATI - BASSANI
28) LUZZATI
29) “Cà du Fede” - Felice PASTORINO
30) Assunta CAVIGLIA (suocera di Marino VEZZARO)
31) Cabina ENEL
32) “uxellea” - poi “Cà da Rinetta” - Rinetta CAVIGLIA
33) “Cà de Giuseppe du cantunè” - Giuseppe PASTORINO
34) “Cà du Ricu” - Ricu MORDEGLIA
35) Vanna DENEGRI
36) “Ciaśśetta” - Piazzetta Santa Rita e Bastione
37) “Cà da Girda” - Ermenegilda PERATO
38) Guido MORDEGLIA
39) “Cà de Giömmu” - Giovanni PASTORINO
40) PENSIONE “NELLO”
41) LOCANDA “AMICI”
42) Cichinìn CANEPA
43) COLONIA DI ASTI
44) COLONIA DI ASTI
45) TRATTORIA “CACCIATORI” - “Noru”
46) ROLLO
47) “Cà du bagnau” - Case DENEGRI
48) ALBERGO “MILANO” - oggi caserma dei Carabinieri

1) “Cà du Ciàn de scàie” - prima Mario e poi Berto VASSALLO
2) “Cà du Tognu” - Nino FERRANDO
3) Angelo “Lino” FERRANDO
4) “Cà de Luènsu” o “cà da cruxea” - proprietà RAVERA abitata da Lorenzo VALLARINO
5) baracca MORDEGLIA
6) “Cà da lencia” o “cà de Teresina” - Teresa SCHIVO
7) Guido BESTOSO
8) “Cà de Tugnìn de Saettùn” - Antonio SAETTONE
9) Cesare PASTORELLI
10) Battista PASTORELLI
11) “u massatoiu de Favarùn”
12) “Cà da Magnèra” - Celestina SOLERI
13) “magaśśin” TORRENGO
14) Cabina ENEL
15) “baracca de Culinettu”
16) VILLA STEFANIA - poi SACRA FAMIGLIA
17) VILLA GARIBBA (Villa Stefania)
18) VATTERONE
19) Giuseppe “Pippo” SIFFREDI
20) MELOTTO
21) GASTALDI
22) SCUOLE vecchie
23) “Cà de Brö” - LAURERI
24) MATTIAUDA
25) Alda PORRINI
26) Aldo PICCARDO
27) CODINO
28) “Cà de Angiulìn de Eva” - Angelo CAVIGLIA
29) “Cà de Marina de Eva” - Marina CAVIGLIA
30) “Cà de Giumètta” - Angela PERATO
31) “Cà da Silvia du Lasàgna” - Silvia PERATO
32) “Cà de Giacumìn de Chicottu” - Giacomo PERATO
33) Complesso Olinto GUARDONE
34) OLETTI poi TESSITORE - SICCARDI e CORIO Bruno
35) “u Pöśśu”
36) HOTEL “LILIANA”
37) NAVACCHI
N.B.: Oggi, la vecchia Strada Comunale Mezzacqua corrisponde a:
via Rattalino, per il tratto tra il Merula e la vecchia “Strada du Beùn” (via San Lazzaro attuale);
via C. Colombo, per il tratto tra la “Strada da Braia” (via San Damiano attuale) e il percorso del Rio Mezzacqua (via Mazzini attuale);
rotonda alberata nel tratto compreso tra “Strada du Beùn” (via San Lazzaro attuale) e “Strada da Braia” (via San Damiano attuale)
2) “Cà du Tognu” - Nino FERRANDO
3) Angelo “Lino” FERRANDO
4) “Cà de Luènsu” o “cà da cruxea” - proprietà RAVERA abitata da Lorenzo VALLARINO
5) baracca MORDEGLIA
6) “Cà da lencia” o “cà de Teresina” - Teresa SCHIVO
7) Guido BESTOSO
8) “Cà de Tugnìn de Saettùn” - Antonio SAETTONE
9) Cesare PASTORELLI
10) Battista PASTORELLI
11) “u massatoiu de Favarùn”
12) “Cà da Magnèra” - Celestina SOLERI
13) “magaśśin” TORRENGO
14) Cabina ENEL
15) “baracca de Culinettu”
16) VILLA STEFANIA - poi SACRA FAMIGLIA
17) VILLA GARIBBA (Villa Stefania)
18) VATTERONE
19) Giuseppe “Pippo” SIFFREDI
20) MELOTTO
21) GASTALDI
22) SCUOLE vecchie
23) “Cà de Brö” - LAURERI
24) MATTIAUDA
25) Alda PORRINI
26) Aldo PICCARDO
27) CODINO
28) “Cà de Angiulìn de Eva” - Angelo CAVIGLIA
29) “Cà de Marina de Eva” - Marina CAVIGLIA
30) “Cà de Giumètta” - Angela PERATO
31) “Cà da Silvia du Lasàgna” - Silvia PERATO
32) “Cà de Giacumìn de Chicottu” - Giacomo PERATO
33) Complesso Olinto GUARDONE
34) OLETTI poi TESSITORE - SICCARDI e CORIO Bruno
35) “u Pöśśu”
36) HOTEL “LILIANA”
37) NAVACCHI
N.B.: Oggi, la vecchia Strada Comunale Mezzacqua corrisponde a:
via Rattalino, per il tratto tra il Merula e la vecchia “Strada du Beùn” (via San Lazzaro attuale);
via C. Colombo, per il tratto tra la “Strada da Braia” (via San Damiano attuale) e il percorso del Rio Mezzacqua (via Mazzini attuale);
rotonda alberata nel tratto compreso tra “Strada du Beùn” (via San Lazzaro attuale) e “Strada da Braia” (via San Damiano attuale)

1) “San Giuànni” - SAN GIOVANNI
2) “San Peu” - SAN PIETRO
3) “Cà du pansa quàdra” - Angelo VELIZZONE
4) “Villa du Marchese” - Tenuta QUAGLIA
5) “Cà de Luenśìn da Siberia” - Lorenzo e Mimmo CAVIGLIA
6) “Cà da Siberia”
7) “Cà du Pastau da Magnèra”
8) Alda PORRINI
9) Nello CODINO
10) Aldo PICCARDO
11) Casetta C.I.E.L.I. - poi ENEL
12) “Cà de Marina de Eva” - Marina CAVIGLIA
13) “Cà de Marina de Eva” - Marina CAVIGLIA
14) “Cà de Angiulìn de Eva” - Angelo CAVIGLIA
15) “Cà de Giumètta” Angela PERATO
16) “Cà de Silvia du Lasàgna” - Silvia PERATO
17) “Cà de Giacumìn du Chicottu” - Giacomo PERATO
18) “u Gaśelìn”
19) “Cà de Odella” - Armando ODELLA
20) “Cà du Pippu” - Giuseppe VASSALLO
21) “Cà de Candina” - Candido WOLFF
22) “San Laśau”
23) “Cà du Merlu” - Gerolamo GHIGLIONE
24) Case TREVIA
25) “a turretta de Nuxeu” - Famiglie Michele SAETTONE, Dionisio FERRARI e Bartolomeo “Bertollu” BRUNETTO
26) “Cà de Culètta de Canepa” - Nicoletta CANEPA
27) “Cà du Gerò de Canepa” - Gerolamo CANEPA
28) “Cà da Ninìtta de Canepa” - Anita CANEPA
29) “baracca de Saettùn”
30) “baracca de Culinettu”
31) “baracca de Giacumèttu da Fäva”
32) “baracca du Nänu de Castèllu”
33) VILLA ROSETTA - Bertumè e Giacumìn CAVIGLIA
34) “Cà növa du Lalìn” - Bernardo ANSELMO
35) “Cà du bagnau” - Case DENEGRI
36) PARAXO
37) Oratorio di San Nicolò
38) Ex casa del sagrestano - ora Casa TREVIA
39) Ex canonica - ora “CASA DEL PRIORE”
40) Borgata CASTELLO
41) “baracca”
2) “San Peu” - SAN PIETRO
3) “Cà du pansa quàdra” - Angelo VELIZZONE
4) “Villa du Marchese” - Tenuta QUAGLIA
5) “Cà de Luenśìn da Siberia” - Lorenzo e Mimmo CAVIGLIA
6) “Cà da Siberia”
7) “Cà du Pastau da Magnèra”
8) Alda PORRINI
9) Nello CODINO
10) Aldo PICCARDO
11) Casetta C.I.E.L.I. - poi ENEL
12) “Cà de Marina de Eva” - Marina CAVIGLIA
13) “Cà de Marina de Eva” - Marina CAVIGLIA
14) “Cà de Angiulìn de Eva” - Angelo CAVIGLIA
15) “Cà de Giumètta” Angela PERATO
16) “Cà de Silvia du Lasàgna” - Silvia PERATO
17) “Cà de Giacumìn du Chicottu” - Giacomo PERATO
18) “u Gaśelìn”
19) “Cà de Odella” - Armando ODELLA
20) “Cà du Pippu” - Giuseppe VASSALLO
21) “Cà de Candina” - Candido WOLFF
22) “San Laśau”
23) “Cà du Merlu” - Gerolamo GHIGLIONE
24) Case TREVIA
25) “a turretta de Nuxeu” - Famiglie Michele SAETTONE, Dionisio FERRARI e Bartolomeo “Bertollu” BRUNETTO
26) “Cà de Culètta de Canepa” - Nicoletta CANEPA
27) “Cà du Gerò de Canepa” - Gerolamo CANEPA
28) “Cà da Ninìtta de Canepa” - Anita CANEPA
29) “baracca de Saettùn”
30) “baracca de Culinettu”
31) “baracca de Giacumèttu da Fäva”
32) “baracca du Nänu de Castèllu”
33) VILLA ROSETTA - Bertumè e Giacumìn CAVIGLIA
34) “Cà növa du Lalìn” - Bernardo ANSELMO
35) “Cà du bagnau” - Case DENEGRI
36) PARAXO
37) Oratorio di San Nicolò
38) Ex casa del sagrestano - ora Casa TREVIA
39) Ex canonica - ora “CASA DEL PRIORE”
40) Borgata CASTELLO
41) “baracca”
LE VECCHIE SPIAGGE DI PONENTE
LE VECCHIE SPIAGGE DI LEVANTE
LE VECCHIE SPIAGGE DEL CENTRO