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SANTA RITA - Mario Vassallo

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SANTA RITA


SANTA RITA

SANTA RITA
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Benedizione delle rose - Festa di Santa Rita 22 maggio 1985
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"Sono il figlio di un andorese classe 1936, ed entrambi abbiamo mosso i nostri primi passi nella “ciassètta” di Santa Rita.
Per mio papà il “rione di Santa Rita”, il borgo della Marina, la “ciassètta” hanno rappresentato i luoghi dove la sua ed alcune altre generazioni sono cresciute, campo di gioco, esperienze e avventure di una vita; per me, un angolo diverso da tutti gli altri, molto legato alle mie radici andoresi e dove sono sempre stato accolto dai “grandi” del posto come uno di loro, il bambino da passare da uno all’altro, tenuto affettuosamente seduto sulle ginocchia, per essere amorevolmente interrogato “famme sentì cun sta bella lenguètta cumme ti parli ben u dialettu”.
Il legame tra gli andoresi e Santa Rita va oltre la dedizione votiva, oltre l'aspetto religioso, è diventato nel tempo un senso di appartenenza e distintivo che lega affettivamente gli abitanti ad un luogo, alla tradizione, alla quotidianità, alla vita vissuta da intere generazioni e famiglie, tra momenti di sacrificio, di festa e ricordi".
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Nelle famiglie contadine di un tempo, soprattutto le componenti femminili, dedicavano una partecipata devozione alla Vergine Maria (nelle varie versioni mariane), al Sacro Cuore di Gesù, a Sant’Antonio e soprattutto a Santa Rita.
Per questo motivo, quest’ultima godeva di privilegio votivo piuttosto marcato all’interno di alcune comunità.
Il territorio andorese è costellato in gran numero da edifici quali cappelle e oratori, oltre che chiese, tanto da non nascondere una dedizione religiosa e spirituale anticamente diffusa da parte degli abitanti.
La Marina di Andora, nella prima metà del Novecento, si presentava priva di una vera e propria chiesa, essendo territorialmente assoggettata alla Chiesa Parrocchiale di San Giovanni Battista, non proprio a portata di mano per gli abitanti del litorale, e alla Santissima Trinità di Rollo, non abituale meta perché in posizione arroccata; Santa Matilde, di relativa recente costruzione si trovava “de là da sc-ciumàia” e la sua figura di “promiscuità” con il Seminario non ha mai attecchito in modo esteso nelle abitudini votive della Marina, i cui abitanti hanno a lungo lottato per la creazione di una loro propria chiesa, che si materializzerà sono alla metà degli anni ’50 del Novecento.
Anche per queste motivazioni, si spiegherebbe il “successo affettivo” di presenze minori, ma sentite localmente in modo molto tradizionale e strette, come la Cappellina di Mezzacqua e la sua Immacolata Concezione e, senza alcun dubbio, Santa Rita, la quale assume quasi una confidenzialità di famiglia.

Per gli andoresi della Marina in principio e per molti altri successivamente, Santa Rita non è solo la Santa, una commemorazione annuale, un giorno sul calendario, la “sagra dei muscoli”; Santa Rita è un riferimento territoriale ed umano che lega le origini contadine del luogo alle tradizioni, al clima festoso, ma soprattutto alla vita quotidiana fatta di sacrifici, di affetti, di momenti, di ricordi, di incontri e della presenza di tutte le persone che hanno fatto parte della realtà passata e presente di quel “recantu”, e non solo: ha un significato profondo, testimoniando uno spirito votivo e soprattutto di aggregazione che si tramanda nel tempo.
L’aspetto del sacrificio, della determinazione, della perseveranza e proprio dell’aggregazione non è nuovo negli abitanti del borgo della Marina, che già dalla metà del ‘500 hanno ricostruito da soli le loro case distrutte dalle incursioni piratesche saracene, semplicemente per potervi abitare, difendendo e rivendicando il proprio spirito di appartenenza a questo luogo.
Nel passato e in parte più marginalmente ancora oggi, non è distintivo quanto sia antica la festa dedicata alla ricorrenza, è distintivo che quando si nomina Santa Rita gli andoresi si riflettono e riconoscono istintivamente in un micromondo che portano nei cuori e il 22 maggio di ogni anno, il giorno dedicato alla Santa, puntualmente si rievoca e riscopre un evento che ha legato e lega ancora intere generazioni degli abitanti locali e non solo.

Quando si parla di Santa Rita e della sua “festa andorese” portata avanti dall’omonimo Comitato cittadino, non si può trascendere dagli appuntamenti giornalieri che la caratterizzano, con un fitto e intenso calendario, contornato da una ricca rievocazione di ricordi, che alla fine si ricompongono nella sentita descrizione fatta da Alma Anfosso nel suo libro “Questa nostra Andora”:
“Mentre le tradizionali feste sacro-profane legate alle singole cappelle, un tempo profondamente sentite, si sono andate gradualmente estinguendo, riducendosi ormai alla celebrazione religiosa di un triduo o di una o due Messe non sempre con processione, la cappelletta di Santa Rita è divenuta mano a mano il centro di una caratteristica, animatissima manifestazione popolare che si svolge il 22 maggio con celebrazione eucaristica e benedizione delle rose al mattino, nella piazzola gremita, multicolorata, olezzante, e iniziative varie pomeridiane estese anche agli spazi circostanti (giochi, gare, premiazioni...), culminanti a sera in una succulenta cena libera all’aperto, allestita su banconi, a base di specialità locali e prodotti marinari”. Famosissime le “Cozze di Santa Rita” (“i musculi”).
Le parole di Alma Anfosso ci legano alla tradizionalità del passato ed alla natura originale dell’evento, con la citazione dei “musculi”; questo è proprio il termine specifico e originario che ha determinato la conoscenza e distinzione della tradizione culinaria dedicata e legata alla “festa di Santa Rita”, per la quale chi vi andava a mangiare era servito con i “muscoli” e non con le cozze o altro equivalente: faceva parte della tradizione e originalità imprescindibili della festa del 22 maggio la presenza dei “muscoli di Santa Rita”.


Foto Collezione privata Mario Vassallo
La “ciassètta” nei primissimi anni del 1900: a destra non è ancora presente il muro a filo careggiata della Strada della Cornice (successivamente Strada Nazionale Aurelia) e nei pressi del Bastione non è ancora stata costruita la Locanda – Trattoria degli Amici (sarà edificata nel 1921).


Gli stessi luoghi visti con un’insolita prospettiva.
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L'antico portale di Villa Mazè a fianco alla Cappella di Santa Rita
La targa che ricorda la "Ciassètta" Santa Rita quale punto di ritrovo dei vecchi andoresi
La targa che ricorda la "Ciassètta" Santa Rita quale punto di ritrovo dei vecchi andoresi
SANTA RITA - LOCALITA' MARINA
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