La carta venne incisa a Genova nella stamperia degli eredi di Adamo Scionico (incisione in rame mm 272 x 176), quale allegato ad una memoria presentata al Senato di Genova dall'Avvocato Angelo Maria Anfosso, nativo di Duomo “Borgata insigne”, dal titolo "Li diritti della M. Comunità di Andora e la Primazia del suo Castello dagli attentati di Laigueglia, altra delle Ville di detta M. Comunità di Andora".La causa, iniziata l'11 marzo 1771 e discussa poi davanti alla Giunta dei Confini, comprendeva varie motivazioni di scontro sulla gestione economica ed amministrativa tra i quattro “quartieri” di Andora (San Giacomo, San Pietro, Sant’Andrea e San Giovanni) e quello di Laigueglia.
In conclusione, il 25 maggio 1794, il "Ser.mo Senato" di Genova concesse la tanto sospirata separazione tra le località di Andora e Laigueglia, sancendo l’autonomia amministrativa e territoriale del Comune di Laigueglia.
La realizzazione della carta è dovuta al prete Ambrogio Multedo (1753 - 1840), di famiglia originaria di Cervo e illustre matematico, che verso la fine del secolo insegnò all'Università di Genova e venne incaricato dalla Repubblica Ligure di una missione a Parigi per l'introduzione in Liguria del nuovo sistema metrico decimale e dove fece conoscere le unità di misura genovesi del "palmo" e della "libbra".
La carta venne realizzata nell'ottobre del 1785, divenendo oggetto di denuncia da parte dei Consoli di Laigueglia, i quali accusarono l’autore di avere effettuato studi e rilievi in modo furtivo, senza averne informato, al fine di creare arbitrariamente la rappresentazione grafica della valle.
I quartieri della Magnifica Comunità di Andora erano costituiti territorialmente nel modo seguente:
1. l. Il “quartiere” di San Giacomo, nella parte della Valle di Andora a Levante del torrente Merula, si componeva delle borgate Castello, Borgo (Castello), Marino, Colla Micheri, Mezzacqua, e Marina, sotto la Chiesa Parrocchiale (“Propositura”) di San Giovanni Battista, perimetrato tra la sommità ed il promontorio di Capo Mele (che lo divideva dal “quartiere” di Laigueglia), il torrente Merula, il mare e il fossato del Baoso (che lo divideva dal “quartiere” di San Pietro.
2. Il “quartiere” di Laigueglia, composto dalla sola borgata Laigueglia, sotto la Chiesa Parrocchiale di San Matteo, perimetrato dalla sommità di Capo Mele (che lo divideva dal “quartiere” di San Giacomo e dal “quartiere” di San Pietro), il mare e il territorio di Alassio.
3. Il “quartiere” di San Pietro, nella parte della Valle di Andora a Levante del torrente Merula, si componeva delle borgate Negri, Costa dei Galleani, Metta e Pianrosso, sotto la Chiesa Parrocchiale (“Rettoria”) di San Pietro, e delle borgate Rosseghina (Piazza), Costa d'Agosti, Lanfredi, Sjffredi, Divizi, Ca' dei Forti e Tigorella, sotto la Chiesa Parrocchiale di San Bartolomeo, perimetrato dai territori di Garlenda e Alassio, dal “quartiere” di Laigueglia, dal torrente Merula, dal fossato del Baoso (che lo divideva dal “quartiere” di San Pietro), dal “quartiere” di San Giacomo e dal territorio di Stellanello.
4. Il “quartiere” di Sant’Andrea, nella parte della Valle di Andora a Ponente del torrente Merula, si componeva della borgata Ferraia, sotto la Chiesa Parrocchiale (“Propositura”) di San Giovanni Battista, della borgata Duomo, sotto la Chiesa Parrocchiale (“Rettoria”) di San Pietro, delle borgate Garassini, Conna e Moltedo, sotto la Chiesa Parrocchiale (“Rettoria”) di Sant’Andrea, della borgata Barò, sotto la Chiesa Parrocchiale (“Rettoria”) di San Bartolomeo, perimetrato dal “quartiere” di Sant’Andrea, dal territorio di Diano, dal torrente Merula, dal fossato della Ferraia (che lo divideva dal “quartiere” di San Giovanni) e dal territorio di Stellanello.
5. Il “quartiere” di San Giovanni, nella parte della Valle di Andora a Ponente del torrente Merula, si componeva delle borgate di Rollo, sotto la Chiesa Parrocchiale (“Rettoria”) della Santissima Trinità, delle borgate Confredi, e Canussi, sotto la Chiesa Parrocchiale (“Propositura”) di San Giovanni Battista, perimetrato tra la sommità e il promontorio di Capo Cervo, dai territori di Cervo e Diano), dal torrente Merula, dal mare e dal fossato della Ferraia (che lo divideva dal “quartiere” di San Giovanni e dal “quartiere” di Sant’Andrea).