CHIESA SANTI GIACOMO E FILIPPO
LA CHIESA DEI SANTI GIACOMO E FILIPPO
CHIESA DEI SANTI GIACOMO E FILIPPO
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L'impianto della chiesa è di tipo basilicale, a tre navate e tre absidi, di cui le due minori sono a sezione semicircolare, mentre quella centrale, a somiglianza di quanto riscontrato nella Cattedrale di Albenga, ha per sezione un arco di cerchio a sesto oltrepassato.
Nell'ideare lo spazio l'architetto ha ripetuto dimensioni tramandate dalla più remota antichità: la larghezza sta alla lunghezza quanto l'unità sta alla radice quadrata di 2; sino ai gradini del presbiterio l'intero spazio è inscritto in un quadrato; la navata centrale è larga il doppio di quelle laterali.

La lunghezza massima, eccettuato il protiro, é di ml 22,70, mentre la larghezza è di ml 13,40; la navata centrale ha una luce di ml 5,40 e le laterali luci di ml 2,80 e ml 2,70.

La Chiesa dei SS. Giacomo e Filippo é un edificio costruito in conci regolari di pietra di Capo Mele, lisci e sovrapposti in corsi regolari con sottilissimi giunti.
La facciata é inscrivibile entro le proporzioni di un quadrato e riflette un gusto per ritmo e geometria pura, tipico dell'architettura tardo romanica ligure, ormai influenzata da goticismi, riscontrabili nella grande polifora centrale.
Le fasce bianche e nere che ornano la facciata indicano uno stretto legame con la tipicità genovese, impostasi anch'essa insieme alla conquista da parte della Repubblica.
Lo spartito della fronte principale è particolarmente interessante per la composizione dei suoi elementi in quanto, a differenza di ciò che accade nelle normali architetture sacre coeve, le lesene che racchiudono la parte centrale non scendono sino a terra, ma si interrompono all'altezza degli archetti pensili, i quali sottolineano le falde delle navate laterali.
Tali lesene sono unite inferiormente da una modanatura orizzontale, che serve a chiudere gli spazi così definiti ed a creare una continuità nell'effetto chiaroscurale ottenuto, al fine di marcare maggiormente l'azione di collegamento tra la serie superiore e la serie inferiore di archetti.
La presenza della grande finestra centrale ad arco ogivale, caratteristica dell'architettura gotica ligure, alleggerisce tutta la facciata arricchita dal protiro sottostante, di forme ancora decisamente romaniche (un tempo era decorata con le effigi di due agnelli pasquali).
La cordonatura ottagonale che sottolinea l'arco e le colonnine laterali, presenti in detta finestra, è originale.
Le due aperture in corrispondenza delle navate laterali, di carattere e forma completamente diverse, ma simmetriche e perfettamente inserite architettonicamente grazie al posizionamento delle imposte degli archi in linea con la sottile cimasa del protiro.
L'apertura di sinistra è bifora con colonnine, cordonatura ottagonale di contorno ed archetti interni monolitici in marmo, decorati l'uno con tralci e l'altro con foglie.

La lunghezza massima, eccettuato il protiro, é di ml 22,70, mentre la larghezza è di ml 13,40; la navata centrale ha una luce di ml 5,40 e le laterali luci di ml 2,80 e ml 2,70.

La Chiesa dei SS. Giacomo e Filippo é un edificio costruito in conci regolari di pietra di Capo Mele, lisci e sovrapposti in corsi regolari con sottilissimi giunti.
La facciata é inscrivibile entro le proporzioni di un quadrato e riflette un gusto per ritmo e geometria pura, tipico dell'architettura tardo romanica ligure, ormai influenzata da goticismi, riscontrabili nella grande polifora centrale.
Le fasce bianche e nere che ornano la facciata indicano uno stretto legame con la tipicità genovese, impostasi anch'essa insieme alla conquista da parte della Repubblica.
Lo spartito della fronte principale è particolarmente interessante per la composizione dei suoi elementi in quanto, a differenza di ciò che accade nelle normali architetture sacre coeve, le lesene che racchiudono la parte centrale non scendono sino a terra, ma si interrompono all'altezza degli archetti pensili, i quali sottolineano le falde delle navate laterali.
Tali lesene sono unite inferiormente da una modanatura orizzontale, che serve a chiudere gli spazi così definiti ed a creare una continuità nell'effetto chiaroscurale ottenuto, al fine di marcare maggiormente l'azione di collegamento tra la serie superiore e la serie inferiore di archetti.
La presenza della grande finestra centrale ad arco ogivale, caratteristica dell'architettura gotica ligure, alleggerisce tutta la facciata arricchita dal protiro sottostante, di forme ancora decisamente romaniche (un tempo era decorata con le effigi di due agnelli pasquali).
La cordonatura ottagonale che sottolinea l'arco e le colonnine laterali, presenti in detta finestra, è originale.
Le due aperture in corrispondenza delle navate laterali, di carattere e forma completamente diverse, ma simmetriche e perfettamente inserite architettonicamente grazie al posizionamento delle imposte degli archi in linea con la sottile cimasa del protiro.
L'apertura di sinistra è bifora con colonnine, cordonatura ottagonale di contorno ed archetti interni monolitici in marmo, decorati l'uno con tralci e l'altro con foglie.
L'apertura di destra è monofora, caratterizzata inferiormente da un piano molto inclinato e sporgente dal filo del paramento e superiormente da un controarco in laterizio decorato da elementi geometrici con rifiniture floreali, che contorna l'arco superiore ogivale a conci bianchi e neri.

Il ritmo cromatico così ottenuto, caratteristico del gotico ligure, è ripetuto anche negli archi delle altre finestre della facciata.
Il protiro, definito superiormente da una copertura piana sottolineata da una piccola modanatura, ha una sensibile strombatura; i quattro gradini sono decorati da colonnine in marmo, collegate superiormente da cordonature ottagonali, inserite negli archi a tutto sesto risultanti.
Nella lunetta dello stesso sono visibili i resti di un affresco non più decifrabile in cui, secondo quanto riportato nel “Sacro e Vago Giardinello”, era rappresentata l’effigie della Regina degli Angeli in mezzo ai santi titolari e di San Giovanni Evangelista.
Il protiro, definito superiormente da una copertura piana sottolineata da una piccola modanatura, ha una sensibile strombatura; i quattro gradini sono decorati da colonnine in marmo, collegate superiormente da cordonature ottagonali, inserite negli archi a tutto sesto risultanti.
Nella lunetta dello stesso sono visibili i resti di un affresco non più decifrabile in cui, secondo quanto riportato nel “Sacro e Vago Giardinello”, era rappresentata l’effigie della Regina degli Angeli in mezzo ai santi titolari e di San Giovanni Evangelista.
Un solo fusto delle varie colonnine è originale, mentre le basi sono tutte originali e solo due capitelli sono stati rifatti.
Nel fronte a sud, la parte relativa alla navata laterale, essendo addossata alla scarpata e quindi non in vista, non è stata decorata, lungo la linea di gronda, con la serie di archetti pensili, mentre tale decorazione è stata attuata in corrispondenza della gronda del corpo centrale.

Le monofore, profonde come feritoie, l'abbraccio continuo degli archetti pensili, l'occhio scuro e vuoto del rosone, le due croci nere scavate nel muro, sono tutti elementi di un linguaggio romanico.
La facciata a nord, maggiormente curata per la sua posizione fronteggiante l'ingresso del Castello, è dotata, per una maggiore comodità dei fedeli, di una doppia scala di accesso e di una porta ad arco ogivale, decorata con due colonnine in marmo i cui capitelli sono mancanti e sostituiti da murature in mattoni.
Tale porta, sopraelevata rispetto al piano stradale, è accessibile mediante una scalinata a due rampe.
Essa è costituita da gradini in massello, i quali creano un buon effetto plastico, aggettando sempre più, dal muro longitudinale di appoggio, in funzione della loro altezza dal suolo.
Nelle absidi, situate ad est, si trovano ancora frammisti gli elementi gotici e romanici, come lo schema di tradizione lombarda che si accompagna ad archetti pensili a sesto acuto.

Le monofore, profonde come feritoie, l'abbraccio continuo degli archetti pensili, l'occhio scuro e vuoto del rosone, le due croci nere scavate nel muro, sono tutti elementi di un linguaggio romanico.
La facciata a nord, maggiormente curata per la sua posizione fronteggiante l'ingresso del Castello, è dotata, per una maggiore comodità dei fedeli, di una doppia scala di accesso e di una porta ad arco ogivale, decorata con due colonnine in marmo i cui capitelli sono mancanti e sostituiti da murature in mattoni.
Tale porta, sopraelevata rispetto al piano stradale, è accessibile mediante una scalinata a due rampe.
Essa è costituita da gradini in massello, i quali creano un buon effetto plastico, aggettando sempre più, dal muro longitudinale di appoggio, in funzione della loro altezza dal suolo.
Il complesso absidale è la parte esterna più interessante, in quanto insieme architettonico di armoniose proporzioni, mantenutosi integro nei secoli.

Gli archetti delle monofore delle absidi, ad eccezione di quello dell'abside della navata sinistra, sono monolitici ma, curiosamente, sono stati graffiti in modo da simulare l'esistenza di vari conci.
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CAPITELLI
BASAMENTI
PARTICOLARI DELL'ESTERNO DELLA CHIESA
"Rivista Ingauna Intemelia" - Anno XXVII n. 1-4 - Gennaio-Dicembre 1972
DOVE SI TROVA / COME ARRIVARE